Sabato mattina visita all’ospedale partigiano che prende il nome dalla dottoressa Franja Bojc Bidovec, un esempio (incredibile se non lo vedi) del genio, della determinazione e dell’umanità che la lotta partigiana fu in grado di esprimere. Venne costruito nella stretta gola del torrente Pasice, in Slovenia, e non fu mai individuato dal nemico.
Per assicurare rifugio e cure ai feriti gravi vennero realizzate 14 baracche di legno e 7 costruzioni secondarie compresa una centralina elettrica, una falegnameria, una sala operatoria e una sala per i raggi x.
Presso questo ospedale vennero assistiti, oltre agli jugoslavi, partigiani sovietici, italiani, polacchi, austriaci e due aviatori statunitensi.
Ancora con le immagini negli occhi di questo prodigio raggiungiamo la vicina Čepovan per essere accolti, in un luogo di incantevole bellezza, dal festival transfrontaliero antifascista di Če povem
Poesia, musica, buon cibo e la domenica ancora un piccolo assaggio della storia partigiana che pervase questi luoghi. E naturalmente, nuove relazioni intrecciate.
Poesia, musica, buon cibo e la domenica ancora un piccolo assaggio della storia partigiana che pervase questi luoghi. E naturalmente, nuove relazioni intrecciate.
L’internazionale che fu e che ancora pulsa nonostante tutto, a due passi da un confine che per noi non è mai esistito.
Smrt Fašizmu Sloboda Narodu!