Ricordiamo tutto: passeggiata oltre quella linea chiamata confine contro la retorica del Giorno del ricordo

Orme ribelli è pronta a riallacciare le scarpe e indossare gli zaini per mettere passi dietro a passi, spalla a spalla con compagnə e gruppi di affinità. Contro la retorica del giorno del ricordo tra eccidi nazifascisti, epica partigiana ed esodo degli sloveni (perché “foibe” e “esodo” non furono una pulizia etnica, ma i terribili frutti della fine di un confitto mondiale).

*** In copertina il dipinto di Sergio Altieri, “La battaglia di Peternel”  
*** Slika Sergio Altieri “Bitka pri Peternelu”

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LUNGO IL SENTIERO DEL T.I.G.R

Trst-Istra-Gorica-Reka questo era il nome di quella che è probabilmente la prima organizzazione rivoluzionaria che ha combattuto contro il fascismo in Europa avendo operato fin dal 1924. Il nome – in sigla TIGR – ricorda i nomi delle più importanti località della zona: Trieste-Istria-Goriza-Fiume.
Si trattava – e non avrebbe potuto essere altrimenti – di una organizzazione clandestina, che si batteva contro la politica di snazionalizzazione di sloveni e croati perseguita dal regime fascista italiano. Facevano parte del TIGR i quattro fucilati di Basovizza.

A ricordare questa organizzazione sul Carso sloveno, a pochi chilometri dal confine c’è un bel sentiero che parte dal paese di Oiczla.

Targa all'inizio del sentiero
Targa all’inizio del sentiero: Nel 1933, un gruppo di patrioti entusiasti del TIGR operò a Ocizla e compì azioni antifasciste. Onore e dignità al TIGR

 

56) LUNGO IL SENTIERO DEL T.I.G.R

 

GLI INGHIOTTITOI DI BEKA-OCIZLA

Un fine settimana intenso ed emozionante

Sabato mattina visita all’ospedale partigiano che prende il nome dalla dottoressa Franja Bojc Bidovec, un esempio (incredibile se non lo vedi) del genio, della determinazione e dell’umanità che la lotta partigiana fu in grado di esprimere. Venne costruito nella stretta gola del torrente Pasice, in Slovenia, e non fu mai individuato dal nemico.
Per assicurare rifugio e cure ai feriti gravi vennero realizzate 14 baracche di legno e 7 costruzioni secondarie compresa una centralina elettrica, una falegnameria, una sala operatoria e una sala per i raggi x.
Presso questo ospedale vennero assistiti, oltre agli jugoslavi, partigiani sovietici, italiani, polacchi, austriaci e due aviatori statunitensi.
Ancora con le immagini negli occhi di questo prodigio raggiungiamo la vicina Čepovan per essere accolti, in un luogo di incantevole bellezza, dal festival transfrontaliero antifascista di Če povem
Poesia, musica, buon cibo e la domenica ancora un piccolo assaggio della storia partigiana che pervase questi luoghi. E naturalmente, nuove relazioni intrecciate.
L’internazionale che fu e che ancora pulsa nonostante tutto, a due passi da un confine che per noi non è mai esistito.
Smrt Fašizmu Sloboda Narodu!