Partito il crowfunding a sostegno di Zone Libere

Abbiamo un piano!

Abbiamo chiamato questo piano

Zone Libere.
Per sostenerlo vai su

Un piano per resistere nei tempi bui che stiamo vivendo, tempi in cui sono sotto attacco diretto le fondamenta del futuro e della gioia di vivere: giustizia sociale, ambiente, convivenza pacifica, solidarietà, mutualismo e cooperazione, pace.

Un piano per organizzare una nuova offensiva culturale che sappia ridisegnare immaginari e prospettive.

Perché Zone Libere?

Perché in questo Paese le fondamenta del futuro e della gioia di vivere sono state gettate concretamente tra l’estate e l’autunno del 1944 in una costellazione di territori liberati dalla barbarie nazi-fascista.

Zone Libere conquistate e difese da giovani partigiani e partigiane che seppero lanciarsi braccia e cuore oltre il muro eretto da un nemico assoluto e apparentemente soverchiante.

La Zona libera della Carnia , tra tutte la più estesa e la più avanzata, prese forma e si costituì in un territorio annesso alla Germania nazista ed arrivò a comprendere circa 90 mila abitanti distribuiti in 41 comuni.

Mappa della Repubblica di Carnia

Questa piccola Repubblica partigiana sopravvisse per pochi mesi, ma furono mesi incredibili e densi dove prese vita un’importante attività costituente attraverso le Giunte comunali.

Le donne capofamiglia votarono utilizzando il metodo adottato nelle cooperative.

Si legiferò sulla gestione delle risorse e sulla natura da preservare, sulla scuola gratuita e più democratica, sulle tasse più eque e sulla giustizia gratuita.
Si rafforzarono i Gruppi di Difesa della Donna che svolsero un prezioso lavoro di collegamento ed approvvigionamento tra i reparti della Resistenza e l’Intendenza partigiana e svilupparono un intenso lavoro di formazione politica che culminò con la stampa di un proprio giornale.

In quei pochi mesi i montanari di allora, furono capaci di scrivere una pagina esemplare di democrazia popolare.

Dimostrarono la capacità e lo slancio di darsi liberi ordinamenti democratici in uno dei momenti più tragici della seconda guerra mondiale e per di più circondati da un nemico spietato e crudele.

A tutte/tutti loro va la nostra eterna riconoscenza. Da tutte/i loro deriva un esempio che non morirà mai.


Cosa prevede il nostro piano?

1) Organizzazione di una Festa della Repubblica Partigiana per il 2 giugno 2019 in Val Tramontina (che fu parte importante della Zona libera della Carnia e da dove oggi prende le mosse il progetto Zone Libere).

L’idea è quella di dare vita ad un appuntamento con cadenza annuale in cui approfondire i temi delle Zone libere, della loro organizzazione, funzionamento ed esempio per recuperare ed attualizzare un nuovo, quanto mai necessario, spirito costituente.

Un evento in cui dare largo spazio a tutto ciò che si muove non solo a livello storiografico ma anche e soprattutto artistico con l’ambizioso obiettivo di promuovere e rilanciare una nuova estetica intorno ai temi della resistenza e della ribellione.

Programma provvisorio

2) Sentieri e luoghi partigiani.

Sentiero partigiano

Elaborazione di un progetto organico che porti alla individuazione, infrastrutturazione e mantenimento (sia fisico che contenutistico a livello digitale) dei sentieri e luoghi partigiani in chiave turistica/escursionistica.

Viviamo in un periodo in cui il “turismo storico” è principalmente incentrato sul primo con flitto mondiale, con contenuti che vanno dalla asettica riproposizione dei luoghi delle battaglie, ad una malcelata retorica militarista.

sentiero Il modo migliore per contrastare questa monocultura, che di fatto oscura un’esperienza resistenziale densa e partecipata è quello di andare incontro, con questa iniziativa, ad una domanda crescente legata al così detto turismo lento , vera e propria risorsa per le economie delle aree interne ed opportunit à di presidio anche storico.

Quindi…

Il nostro Piano, aperto a chiunque voglia contribuirvi, non sarà ingessato da un approccio commemorativo ma sapr à trovare la via di una necessaria attualizzazione.
Attualizzare significa rendersi conto definitivamente che la storia non si è fermata il 25 aprile 1945 e che bisogna rilanciare la bellezza, l’estetica e quella gioia della ribellione che furono e sono partigiane.

Il progetto è ambizioso ma il percorso già si sta dimostrando un grande lavoro brulicante, un’operazione antifascista che – mentre si concretizza – impara ad organizzarsi come assemblea, presidio, memoria, provocazione, anticorpo, desiderio.

Zone libere, al momento, è

Anpi spilimberghese,

Anpi maniaghese,

Anpi Udine,

Anpi Ampezzo e Val But,

Arci Servizio Civile Fvg,

Associazione di Amicizia Italia-Cuba, Pordenone,

FriuliSera,

Radio Onde Furlane,

Coro Popolare della Resistenza, Udine

Coro multietnico “La Tela”, Udine

Coro multietnico Canto Sconfinato, Pordenone

Ronchi dei partigiani

Get Up, Udine