“Benzinaio ENI Gonars fuel, A4 direzione Palmanova. Vasta scelta di mazze a prezzi contenuti con duce, fascio littorio, motti e altri orrori”. Queste la parole condivise corredate dalla foto che alleghiamo in un tweet sabato scorso da Alberto “Abo” Di Monte, che si stava dirigendo verso il Carso per presentarci il suo ultimo libro camminando, sulle orme di ribelli e migranti, attraversando i confini, tra Italia e Slovenia, con Zone Libere Partigiane, Gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki, Linea d’Ombra, Alpinismo Molotov.
La messa in vendita di armi con effigi fasciste, forse opera di un gestore nostalgico, è di enorme gravità visto che nella località friulana di Gonars ha avuto sede uno dei più grandi campi di concentramento fascisti per sloveni e croati. Mazze fasciste a pochi metri da quell’autogrill venivano usate per bastonare e uccidere persone inermi, in gran parte donne, bambini e anziani.
Il tweet di Abo non è passato inosservato e perfino la nota azienda multinazionale rappresentata dal cane a sei zampe ha per l’occasione sfoggiato un “black washing”, invece del più usuale “green washing”. Questo tipo di iniziative infatti, ci hanno tenuto a fare sapere da parte dell’ENI, “non sono in linea con i nostri valori. Abbiamo provveduto a far rimuovere gli oggetti segnalati”.
Pur salutando con favore la scomparsa delle armi apologetiche (spesso usate anche nel recente passato da gruppi di estrema destra per azioni squadriste e costate condanne per apologia del fascismo) non ci accontenteremo di questa ripulita al proprio punto vendita da parte di una multinazionale i cui “valori” ci permettiamo di mettere in dubbio.
Riteniamo che souvenir e gadget fascisti debbano essere messi fuori legge soprattutto quando si tratta di armi!
Vigileremo e invitiamo le antifasciste e gli antifascisti a segnalare e sanzionare chi espone materiale a tematica fascista!
¡No pasarán!