Partito il crowfunding a sostegno di Zone Libere

Abbiamo un piano!

Abbiamo chiamato questo piano

Zone Libere.
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Un piano per resistere nei tempi bui che stiamo vivendo, tempi in cui sono sotto attacco diretto le fondamenta del futuro e della gioia di vivere: giustizia sociale, ambiente, convivenza pacifica, solidarietà, mutualismo e cooperazione, pace.

Un piano per organizzare una nuova offensiva culturale che sappia ridisegnare immaginari e prospettive.

Perché Zone Libere?

Perché in questo Paese le fondamenta del futuro e della gioia di vivere sono state gettate concretamente tra l’estate e l’autunno del 1944 in una costellazione di territori liberati dalla barbarie nazi-fascista.

Zone Libere conquistate e difese da giovani partigiani e partigiane che seppero lanciarsi braccia e cuore oltre il muro eretto da un nemico assoluto e apparentemente soverchiante.

La Zona libera della Carnia , tra tutte la più estesa e la più avanzata, prese forma e si costituì in un territorio annesso alla Germania nazista ed arrivò a comprendere circa 90 mila abitanti distribuiti in 41 comuni. Leggi tutto “Partito il crowfunding a sostegno di Zone Libere”

Kobariška republika, la prima repubblica partigiana

È uscito il nuovo libro di Zdravko Likar in occasione del 75-esimo anniversario della Repubblica di Caporetto (Kobariška republika), zona libera che, dopo la caduta di Mussolini e la resa dell’Italia, tra settembre e novembre 1943 per quasi due mesi ha riunito il territorio del Collio, Alta Valle dell’Isonzo, Benecia e Resia.

Luciano Marcolini Provenza ne parla su Patria Indipendente la rivista online dell’ANPI.

È la Repubblica di Caporetto, istituita il 10 settembre 1943 e durò fino all’offensiva tedesca dei primi di novembre del 1943. Per ben 52 giorni il territorio liberato (circa 1.400 chilometri quadrati) popolato da circa 55mila abitanti si organizzò come uno Stato.
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Wu Ming 2: “La piccola Repubblica della 36esima Brigata”

Resistenza: in un libro fotografico storia, volti e sentieri della Linea Gotica. Wu Ming 2: “Così nacque la piccola Repubblica della 36esima Brigata”

 

Nel suo “Grüne Linie”, cioè linea verde come i tedeschi chiamavano il fronte di battaglia sull’Appennino Tosco Emiliano, il fotografo Giancarlo Barzagli ha immortalato i superstiti della 36esima Brigata Bianconcini Garibaldi, che oltre a combattere i nazisti aveva dato vita a un vero e propria territorio autonomo “ispirato ai principi di libertà e giustizia”.

 

Prosegue su Il Fatto Quotidiano