Derino Zecchini, garibaldino delle brigate Sud – Arzino, combattente nelle giungle del Vietnam al fianco dei Viet Minh del generale Vo Nguyên Giap e del leader comunista Ho Chi Minh, partigiano internazionalista ha concluso il suo cammino.
Dalla difesa della Libera Repubblica Partigiana in Val Tramontina dalle grinfie nazifasciste fino alle giungle vietnamite in lotta contro l’imperialismo francese Derino combatté instancabilmente per la libertà e l’indipendenza di tutti i popoli, la fratellanza tra gli uomini e la giustizia sociale unendo la lotta antifascista ad una visione internazionalista ed anticoloniale, fermamente convinto che “l’uomo, pur con faccia di colore e caratteristiche diverse, ha le stesse passioni, le stesse necessità fisiologiche, le stesse paure in ogni parte della Terra”.
Tornato nella sua Gradisca di Spilimbergo dopo la vittoria del popolo vietnamita contro il colonialismo francese, non smise mai di testimoniare il ruolo della lotta partigiana nella Destra Tagliamento e in Vietnam.
Il Vento fischia ancora, da Palcoda a Dien Bien Phu
da Asce di guerra di Wu Ming e Vitagliano Ravagli
A guerra finita, hai 19 anni, sei stato garibaldino e gappista. Non trovando lavoro, tu e una trentina di partigiani vi arruolate nell’esercito, a Udine. Da lì vi mandano a Venezia e v’impiegano nel carico, scarico e trasporto di munizioni. 1946, non ti viene riconosciuto il periodo della guerra partigiana, ti ordinano di presentarti a Caserta per fare il CAR come i militari di leva. Scappi, con qualche altro partigiano. Ti condannano in contumacia per diserzione, cinque anni di carcere con la condizionale. Non ti arrestano perché nel frattempo espatri in Francia. Lavori come fabbro in un’impresa edile. Un giorno vedi un bando di arruolamento della Legione Straniera. Ti attrae. Potresti girare il mondo, almeno il mondo coloniale francese. Da tempo fantastichi di raggiungere l’Indocina, hai sentito dire che là c’è una grossa lotta di liberazione, e sei curioso. Dall’Italia, hai portato con te una carta geografica di quel paese, una bussola e la tua scheda di partigiano. Lille, 20 settembre 1947. Ti arruoli. Marsiglia, 25 settembre, vi equipaggiano e vi sottopongono a un mese di addestramento. 8 novembre, vi imbarcate. 10 novembre, arrivate a Sidi Bellabes, Algeria. Comincia il vero addestramento alle armi, alla disciplina di reparto, alle fatiche del legionario: «Ho cominciato a capire come il soldato veniva spersonalizzato per diventare una rotellina della macchina bellica, un robot che doveva muoversi in sincronia con gli ordini del comando, senza pensare, senza tentennare, senza remore. Poi in Indocina ho constatato che non bisognava avere nemmeno un senso di pietà, di giustizia, di umanità.» Resti in Algeria un anno e mezzo.
8 giugno 1949, partenza per l’Indocina. Chissà se è la stessa nave da cui è sbarcato, clandestino, il tuo corregionale Fausto Ferro. Chissà se il “Comandante” era un tuo compagno d’armi. 14 settembre, sbarco a Saigon e trasferimento a Jep Oa in Cocincina, Vietnam del sud. «Mi accorsi ben presto che nelle azioni contro i villaggi in mano ai guerriglieri, la brutalità della Legione superava quella delle SS tedesche contro di noi, partigiani italiani nel 1944-45. Un giorno entrammo in un villaggio segnalato come covo di guerriglieri. Pur essendo arrivati all’improvviso, non ne trovammo traccia. L’ufficiale comandante fece allineare tutti gli abitanti, uomini da un lato, donne dall’altro. Li passò in rassegna e tutti coloro che a suo giudizio avevano una faccia truce da partigiano, li fece uscire dalla fila e disporre a gruppi di cinque-sei. Ci obbligò a infilare loro nelle mani (bucandole) un robusto filo di ferro, uno nella destra e il vicino nella sinistra, in modo da legarli l’uno all’altro. Scortammo questi gruppi grondanti sangue sino al molo, dove furono fatti salire su una zattera a motore. Ultimato il carico, il comandante ordinò al capitano della zattera di raggiungere il largo e di scaricarli in mare.» […] «La brutalità e il terrore ingigantivano il morale e la ostinazione di lotta della popolazione. Ma questo poteva capirlo solo chi aveva già fatto il partigiano.»
Bibliografia:
La storia partigiana di Derino Zecchini – Divisione Garibaldi Destra Tagliamento – Battaglione Candon – che salì in Palcoda a 17 anni, è contenuta nel testo “Il sole tramonta a Mezzanotte – La resistenza nello Spilimberghese nel racconto dei testimoni” – ANPI di Spilimbergo
La storia di Derino combattente in Viet Nam contro l’imperialismo francese si può leggere in: “Dietro la cortina di bambù – dalla resistenza ai vietminh – diario 1946 – 1958” a cura di Sabrina Benussi
“Asce di Guerra – Oggetto letterario non identificato” di Wu Ming 1 e Vitaliano Ravagli
“Cose nostre cose di tutti” – IPSMLEC Pordenone – a cura di Bruno Steffè
Il Friuli: Anpi in lutto, morto Derino Zecchini
La Storia le Storie: In memoria di un internazionalista: Derino Zecchini (1° luglio 1927 – 23 gennaio 2021) dalla Garibaldi al generale Giap
Messaggero Veneto: E lo spilimberghese Derino Zecchini combattè per i vietminh
GQ: Il vietcong italiano: Derino Zecchini, che disertò la Legione Straniera per il Viet Minh